
COMUNICATO STAMPA
Dal 29 agosto il Museo d’arte della Svizzera italiana (MASI) dedica una mostra monografica al fotografo ticinese Vincenzo Vicari, attivo a Lugano dal 1936. Un percorso cronologico lungo oltre sei decenni che testimonia, attraverso oltre 100 scatti in bianco e nero e a colori, tra stampe originali e riproduzioni da negativi, la trasformazione del territorio ticinese e dei suoi abitanti negli anni che hanno segnato il passaggio dal mondo ancora fortemente rurale del primo dopoguerra, al Ticino urbanizzato degli anni Ottanta.
Le fotografie, in gran parte inedite o poco conosciute, illustrano un Paese in movimento e una realtà che cambia, ma al tempo stesso un paesaggio che fino agli anni Cinquanta appare immobile a un primo sguardo, almeno nell’immaginario collettivo. Per oltre sei decenni Vincenzo Vicari legge e documenta il Ticino senza censure: dai soggetti “da cartolina” a quelli più inaspettati, spesso sovrapponendoli negli stessi scatti. Il suo sguardo non è né celebrativo né estetizzante, ma documenta con sicurezza, anche tecnica, la realtà che lo circonda, a volte con lieve ironia. Se il Ticino di Vicari non è quello idilliaco ricercato dai suoi primi letterati (Francesco Chiesa, Guido Calgari, Giuseppe Zoppi), dall’ideologia della Difesa spirituale e dalla propaganda turistica, non è nemmeno il Ticino unilaterale del progresso tecnico e del successo economico a ogni costo. È una terra alla ricerca della sua identità di cui l’opera di Vincenzo Vicari riesce a esaltarne e sintetizzarne la complessità in maniera mai banale.
Per questo l’eterogeneità della produzione di Vincenzo Vicari è un punto di forza. Se nelle sue pubblicazioni più introspettive (Ed è un semplice lume, 1961 e Ritrarre la luce, 1991) si rifugia volentieri nelle immagini atemporali di un Ticino che non cambia, la lettura integrale e senza censure della sua produzione rivelano un Vicari più complesso, più completo. Ed è proprio qui che può essere ravvisato il principale contributo del suo lascito fotografico: nella varietà dei soggetti e dei committenti, nella quantità degli scatti e nella lunga attività che copre anni cruciali della storia del Cantone. Sono questi gli aspetti, a cui si aggiungono una rete fittissima di relazioni e una grande vitalità imprenditoriale, che permettono a Vicari di illustrare a 360 gradi oltre mezzo secolo di memoria visiva.
MASI Lugano
Il Museo d’arte della Svizzera italiana (MASI Lugano), fondato nel 2015, in pochi anni si è affermato come uno dei musei d’arte più visitati in Svizzera, ponendosi come crocevia culturale tra il sud e il nord delle Alpi, tra l’Europa latina e quella germanica. Nelle sue due sedi – quella presso il centro culturale LAC e quella storica di Palazzo Reali – offre una ricca programmazione espositiva con mostre temporanee e allestimenti della Collezione sempre nuovi, arricchiti da un programma in più lingue di mediazione culturale per visitatori di tutte le età. L’offerta artistica è arricchita dalla collaborazione con la Collezione Giancarlo e Danna Olgiati – parte del circuito del MASI – interamente dedicata all’arte contemporanea. Il MASI è uno dei musei svizzeri sostenuti dall’Ufficio federale della cultura ed è anche uno degli “Art Museums of Switzerland”, il gruppo di musei selezionati da Svizzera Turismo per promuovere l’immagine culturale del Paese in tutto il mondo.
Esposizioni in corso
La Collezione
MASI | Palazzo Reali (allestimento permanente)
Shunk-Kender
L’arte attraverso l’obiettivo (1957–1983)
MASI | Palazzo Reali, fino al 20 Settembre 2020
Prossime esposizioni
PAM Paolo Mazzuchelli
Tra le ciglia
06 Settembre 2020 – 28 Marzo 2021 MASI | LAC
What’s New. A Collection in Progress 2020
19 Settembre – 13 Dicembre 2020 Collezione Giancarlo e Danna Olgiati
Hans Josephsohn
19 Settembre 2020 – 21 Febbraio 2021 MASI | LAC
Gabriela Maria Müller. Anima naturae
Premio Artista Bally dell’anno 2019
24 Settembre 2020 – 01 Novembre 2020 MASI | Palazzo Reali